Taylor Swift, un fenomeno che sta rivoluzionando l’industria della musica

La cantante più di tendenza del momento è considerata una stella anche dagli esperti di economia e di finanza per come è riuscita a contrapporsi alle multinazionali della musica.

Taylor Swift non è soltanto un fenomeno musicale, ma anche una macchina aziendale che sta macinando fatturati in crescita esponenziale. La sua ultima tournée Eras ha raggiunto valori di miliardi di dollari, mentre il suo patrimonio personale viene stimato in 1,2 miliardi di dollari.

Tanto denaro in così poco tempo è frutto dalla strategia economica della cantante, conosciuta come Swiftonomics, che consiste nell’ottenere più del 100% dei proventi dalle vendite dei biglietti, lasciando ai promoter i soli guadagni provenienti dalle vendite di cibo e drink durante i concerti.

Un caso da studiare all’Università di Harvard

La sua astuzia finanziaria è stato uno degli aspetti che ha affascinato il pubblico. Ha vinto cause contro Apple e Spotify per i diritti di royalty sulle sue canzoni, dimostrando la sua capacità di negoziare anche con i giganti del settore. La Harvard Law School utilizza il caso della Swift come esempio di potere di negoziazione e come esempio di un artista che raggiunge in brevissimo tempo il successo finanziario ed artistico.

La cantante 34enne è diventata ricca sfidando le multinazionali della musica e vendendo direttamente alla sua base di fans, che la amano per questo.

Ha sorpreso tutti quando dopo aver venduto i diritti delle sue prime registrazioni a una società di investimento, si è ribellata escogitando un nuovo sistema per non rinunciare alla sua libertà artistica. Ha lasciato i diritti alla società a cui li aveva venduti e poi ha ri-registrato più album, convincendo i suoi fans ad acquistare le nuove registrazioni come oggetto da collezione. I suoi fans hanno preferito la riedizione rispetto all’originale con un rapporto di 4:1.

Alla conquista del mercato dei vinili

Ma, ancora più sorprendente, Taylor Swift è riuscita a conquistare una quota considerevole sul mercato dei vinili, vendendoli a persone che spesso non hanno nemmeno un giradischi, ma che vogliono comprare un’opera d’arte.

Come noto, lo streaming digitale ha sostituito le vendite di vinili, cassette, CD e DVD. Di conseguenza, un piccolo numero di piattaforme ha preso il potere di tutto il mercato. Inoltre, c’è stata un’esplosione dell’offerta difficile anche solo da immaginare. Il solo Spotify può caricare 120.000 brani in un giorno, una cifra superiore a tutta la musica pubblicata nell’intero 1989. Naturalmente, anche il numero di creators è esploso e, solo su Spotify, ce ne sono 9 milioni.

Sempre meno band nei piccoli locali

In questo nuovo contesto si stanno affermando 2 nuove tendenze: ascoltatori di nuova musica che si rivolgono sempre più a chi canta nella loro lingua e un pubblico che si rivolge alle piattaforme di streaming per provare nuove band. Quest’ultima tendenza porta ad un minor numero di band che imparano il mestiere in piccoli locali come i pub o i club, tradizionali fucine di nuovi talenti.

Nel caso di Taylor Swift, in un mercato musicale sempre più nelle mani di giganti come Spotify, Amazon, Apple e YouTube, ma anche della grande finanza decisa a mettere le mani sui pezzi musicali più redditizi, ha cercato di avere il controllo sul modo in cui vengono utilizzate le sue registrazioni e le sue canzoni. Vista la sua determinazione, sia finanziaria che creativa, è improbabile che lo ceda tanto presto.

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